La supply chain non è mai stata così complessa. Logistica, gestione del reso, rapporti con i partner e tracciabilità sono solo alcune delle difficoltà a cui deve far fronte chi opera nel settore. Ma oggi le nuove tecnologie possono facilitare il lavoro rendendolo più efficiente e abbattendo i costi

 

A cura del Centro Studi di Supernova Hub

 

Oggi materie prime, prodotti in lavorazione e merci finite attraversano il globo, passando da molte aziende o provider operanti in settori diversi. Basti pensare che nell’industria automobilistica, per arrivare al prodotto finale, possono essere coinvolte realtà dislocate in 15 Paesi differenti. Se pensiamo agli smartphone la situazione è simile: le materie prime arrivano quasi sempre dall’Africa, passano attraverso l’Europa e arrivano in Asia, dove vengono assemblate.  

In teoria le aziende dovrebbero conoscere ogni step della catena di distribuzione e tutte le realtà coinvolte, ma la maggior parte delle volte non è così. Altro problema frequente è la diversità di linguaggio tra sistemi e aziende

EyeforTransport (eft) – il leader globale nella business intelligence e punto di riferimento per l’industria dei trasporti, della logistica e della supply chain – in un report dal titolo “Supply Chain Hot Trends 2019” sottolinea come le nuove tecnologie diano un grande contributo ai protagonisti del settore e delinea quali saranno le tendenze più forti e quelle emergenti dei prossimi anni.

 

Lo scenario

Secondo quanto emerge dal sondaggio, le aziende coinvolte nella catena di distribuzione sono tutte allineate nell’individuare le maggiori criticità, ossia: costi, logistica, resi, gestione delle lamentele, aspettative di consegna, creazione di esperienze simili ovunque, rapporto con i partner, raccolta dati dall’estero, tracciare i movimenti. 

Difficoltà rese più grandi dalla crescita esponenziale dell’e-commerce, che se oggi rappresenta il 25% delle vendite totali, è destinato a toccare il 40% nei prossimi 5 anni. Esso richiede un servizio di customer experience sempre più efficiente e un potenziamento dei settori della logistica e dei trasporti. In particolare, è soprattutto il cosiddetto ultimo miglio a rappresentare i problemi più grandi: per il 61,7% degli intervistati da eft rappresenta la preoccupazione maggiore.

Ma per fortuna la tecnologia oggi sta modificando la logistica e riesce ad andare sempre più incontro alle nuove esigenze del settore. Tra le tante novità, quelle evidenziate dal report come tendenze emergenti sono: blockchain, digitalizzazione, intelligenza artificiale e analisi predittiva. Vediamo, uno per volta, come e che impatto possono avere sulla catena distributiva.

 

Blockchain

Se ne sente parlare sempre più spesso, ma non è ancora chiaro a tutti di cosa si tratti. La blockchain è un registro pubblico, costruito a blocchi, nel quale vengono archiviati i dati in modo sicuro (con crittografia), verificabile e permanente. Detto in parole più semplici è un’enorme banca dati condivisa a cui si possono aggiungere di volta in volta nuovi blocchi. Questo sistema garantisce l’autenticità di transazioni, scambi, relazioni ed è applicabile in ogni settore che utilizzi il digitale, anche se al momento le industrie che ne fanno maggiore uso sono quelle farmaceutica, food & beverage, automotive e abbigliamento. Rocker Chain – startup fondata nel 2017 all’interno dell’incubatore Supernova Hub – ne è un esempio: sviluppata per il settore luxury, è in grado di verificare l’autenticità dei prodotti acquistati sui canali digitali attraverso la tracciabilità della filiera distributiva, offrendo ai clienti un innovativo servizio anti-contraffazione.

Secondo il rapporto di eft le aziende per ora sono ancora ben lontane dall’aver implementato questa tecnologia, mentre la maggior parte attualmente sta ancora cercando di capire come applicarla e quali vantaggi trarne. Nel settore della logistica e dei trasporti la blockchain può migliorare i sistemi di automazione, tracciabilità e sicurezza.

 

Digitalizzazione

La rivoluzione digitale, in atto da anni, ha dimostrato anche ai più scettici che implementando soluzioni tecnologiche nuove i processi possono essere cambiati in corsa a seconda delle richieste dei clienti o delle esigenze. Cosa che in futuro diventerà sempre più comune. 

Nel settore logistico, la maggior parte delle aziende non ha ancora sistemi in grado di fare questo: solo il 40,4% delle aziende intervistate ha detto di possedere sistemi flessibili.

In questo settore, uno strumento innovativo è il cosiddetto DFM (Digital Freight Matching), una piattaforma digitale – in genere un’app – che usando il GPS abbina la richiesta del cliente (di spedire la merce) con l’offerta del corriere (la capacità dei camion). In questo modo si ottimizzano i trasporti, evitando che i camion viaggino vuoti, con conseguenti benefici anche sul traffico e sull’ambiente.

 

Intelligenza artificiale

Secondo il survey di eft questa è la tecnologia che avrà effetti maggiori sull’industria nei prossimi 5 anni. Le sue applicazioni sono molteplici, ma quelle che stanno avendo un maggiore impatto sulla nostra vita sono legate alla voce. Come gli assistenti virtuali e i chatbot, che oggi si trovano dappertutto, non più solo dentro ai nostri smartphone: si pensi a Zoro.ai, nata all’interno di Supernova Hub nel 2016 (e acquistata solo dopo due anni dal gruppo di Information Technology Citel Group), che ha portato l’AI nell’aeroporto di Napoli, dove ha sviluppato un chatbot che risponde alle domande di tutti i passeggeri su voli, come raggiungere il gate, controlli di sicurezza, servizi dentro e fuori l’aeroporto.

Nonostante le aziende siano ancora lontane dall’utilizzarla, l’intelligenza artificiale nella supply chain ha diverse applicazioni: può essere usata per studiare i percorsi più brevi durante i trasporti, evitando il traffico e usando meno benzina, oppure per decidere il posizionamento e il movimento delle scorte nel magazzino. Grazie all’AI i robot potranno muoversi autonomamente, grazie a sensori e IoT e, in futuro, anche le consegne potranno essere svolte da veicoli e camion con guida autonoma.

 

Predictive Analytics

Oggi alle aziende è ormai chiaro che la concorrenza si fa con i big data, più che con i prezzi e i servizi offerti. Ma per essere utili, per fare previsioni, i dati devono essere utilizzati bene: non è più sufficiente immaginare cosa succederà il prossimo mese o trimestre. Grazie all’AI e alle analisi predittive i dati sono in grado di fornire proiezioni sul lungo periodo – fino a 5 anni, indicando quali mercati o canali di distribuzione di espanderanno o si contrarranno, aiutando così a pianificare le strategie e le risorse.

 

I trend della catena di distribuzione emersi dal sondaggio di eft del 2019 sono le continuazioni degli anni precedenti, ma a fare la differenza sono i dettagli, i progressi e l’intensità con cui queste nuove tecnologie sono diffuse e implementate nelle aziende. Il cambiamento è ormai in corso e viaggia a ritmi sempre più sostenuti.

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