Acquistare online e ritirare il pacco dove si vuole all’ora che si vuole è possibile anche in Italia ed è la prossima frontiera delle vendite online. Che può salvare anche i piccoli esercizi “offline”, trasformandoli in simil-uffici postali
A cura di Federico Pozzi Chiesa, Founder Supernova Hub e AD Italmondo
In principio furono i TNT Locker, armadietti automatici dove ritirare i propri acquisti effettuati online: era il 2014 e l’Italia sperimentava il primo assaggio della prossima evoluzione dell’e-commerce, ovvero il Click&Collect, la possibilità di comprare sul web e far recapitale la merce in un deposito fisico diverso dal proprio domicilio, sempre più deserto. Amazon sarebbe arrivata solo due anni dopo.
Come nasce il Click&Collect in Europa? E quanto vale?
Si tratta di un servizio sempre più richiesto. È ad esempio in cima ai desiderata degli acquirenti online nordici e francesi, come spiega questo report di Nordpost. Ed anche in Italia la possibilità di scegliere dove farsi recapitare il proprio pacco diventa sempre più un fattore discriminante: influenza la scelta del 61% degli acquirenti, tanto che, se non c’è un’alternativa al recapito, è possibile che l’acquisto non venga portato a termine.
Ma non è sempre stato così nello stivale. Se nei Paesi Nordici, così come in Francia, l’esigenza di avere un luogo flessibile dove farsi consegnare la merce ha radici nel commercio “da catalogo” (via telefono, via posta o via e-mail), in Italia questa dinamica non ha mai avuto molto successo. Nel frattempo, però le portinerie private nei condomini si sono ridotte in maniera rilevante e le aziende iniziano a vietare la ricezione di pacchi soprattutto in periodi caldi come il Natale per problemi di sicurezza, di manleva ed organizzativi. Il risultato è che l’80% dei clienti dell’e-commerce non sa dove farsi consegnare la merce che acquista online.
Nonostante ciò, il mondo del click&collect è un’opportunità ancora non colta in Italia, dove solo il 34% dei negozi online offre questo servizio e per la maggior parte si tratta di catene fisiche che consentono di ritirare la merce presso una loro sede. Solo il 9% offre la consegna in punti Pick&Pay e appena il 2% si affida anche ai Locker – come rileva uno studio del comparatore di prezzi Idealo. In Europa, al contrario, il Pick&Pay è estremamente diffuso – in particolare in Germania, dove più del 75% degli operatori offre questo servizio. Eppure il giro d’affari è considerevole, secondo i numeri di Statista: il fatturato del Click&Collect vale 11 miliardi in Francia (il mercato nazionale maggiore nel continente) e nel resto d’Europa quasi raddoppierà dagli attuali 26,7 miliardi a 45,1 miliardi nel 2023.
Il modello delle reti di punti di ritiro: la nuova frontiera in Italia
Questa opportunità è stata notata e colta nel 2016 da una startup, IoRitiro, pioniera in Italia di un modello che sembra prendere piede e diffondersi in maniera capillare: quello delle reti di punti di ritiro – che sta andando a costituire quell’anello mancante della logistica sul territorio italiano. Nata in seno al nostro incubatore Supernova Hub, parte del Gruppo Italmondo (tra i leader italiani della logistica e spedizioni), l’idea di IoRitiro è semplice: offrire un servizio che trasformi bar e negozi delle città nelle portinerie di ogni acquirente online, che potrà gestire in comodità il ritiro o la consegna di pacchi e buste. Oggi, la rete supera i 2.000 punti in Italia: si tratta di attività commerciali di ogni settore merceologico che come side business fanno da ufficio postale.
Con una serie di vantaggi per tutti i soggetti coinvolti nel business: per il cliente, che può ritirare il pacco nel momento in cui preferisce, senza essere vincolato a orari di ufficio, ma secondo gli orari dei singoli negozi che aderiscono (per esempio un’edicola può aprire alle 6 e un bar può restare aperto fino a mezzanotte). Per il negoziante, che si dota di uno strumento alternativo di guadagno che nel contempo gli consente di ampliare i contatti con nuovi potenziali clienti. Per i corrieri, che ottimizzano i flussi di lavoro, aggregando diverse consegne in un unico punto e senza dover ritentare consegne fallite al domicilio del cliente finale.
Non a caso, la soluzione raccoglie sempre maggior interesse da parte di corrieri anche di grandi dimensioni (ioRitiro ha integrato i punti axcess point UPS su tutto il territorio europeo).
Uno strumento in grado di fermare la “retail apocalypse”
L’effetto collaterale di questa innovazione è nel guadagno potenziale per il punto vendita aderente: a oggi è molto variabile, ma l’average può arrivare fino a circa 1.000 euro al mese e a tendere potrebbe diventare un pillar dell’attività o addirittura sostituire il core business. Per le tante attività tradizionali del retail che perdono quota – ironicamente, perché non possono stare al passo con l’e-commerce – questa espansione è un’opportunità, che va colta al volo.
La retail apocalypse che negli Stati Uniti ha già causato fallimenti epocali (uno su tutti quello della catena Toys’r’Us) non può lasciare indifferenti: una delle soluzioni per gli esercizi commerciali italiani, anche i più piccoli, potrebbe proprio essere quella di cavalcare le opportunità create dall’e-commerce, invece di soccombere ad esso, convertendo il business per trasformarsi in quasi-uffici postali, con un investimento pari a zero. Ed è un salto da compiere nel breve termine: nell’arco di cinque anni questa evoluzione sarà perfettamente visibile anche in Italia.